Delle due settimane di ferie che mio marito ed io abbiamo fatto ad agosto, una l’abbiamo trascorsa nella deliziosa località ai piedi del Monte Rosa dove abbiamo casa, la seconda invece, sempre in montagna, ma da tutt’altra parte: in Alto Adige, a Scena, nei pressi di Merano.Che meraviglia il Tirolo, che posti! quella si che è montagna vera: alberi di mele a perdita d’occhio, ampie vallate, boschi, castelli, cibo superlativo e un sacco di opportunità e attenzioni per le famiglie con bambini come la nostra.
Unica pecca o stranezza di quelle zone? Il fatto che ci troviamo in Italia, mi pare evidente, ma l’italiano non è la prima lingua che parlano i locali da quelle parti; loro parlano tedesco, sono italiani ma parlano tedesco. L’italiano, lo capiscono e lo parlano poco, fra l’altro nemmeno tutti. Mi ha fatto uno strano effetto, così strano che al rientro, in più di un’occasione, mi è capitato di dire: “in Germania abbiamo fatto, in Germania abbiamo visto…”.
Non sono nazionalista, tutt’altro, ma trovo sia un peccato che esistano luoghi nel nostro paese in cui si preferisce un’altra lingua alla nostra.
E lo dice una che le lingue straniere le ha sempre amate e studiate, una che vorrebbe che per il proprio figlio fosse lo stesso tanto da iscriverlo ad un corso HDDE per l’apprendimento della lingua inglese all’età di 4 anni!
🙂 Vado da vent’anni in Alto Adige e anch’io ho sempre avuto questa impressione, a pelle. Pensavo che in fondo disprezzassero il fatto di essere italiani (cosa che, in parte e soprattutto in alcune valli, rimane vera). A parte il fatto che ho notato un profondo cambiamento nell’atteggiamento, mi sono accorta anche che una lingua parlata per centinaia d’anni non si può sradicare con un colpo di bacchetta magica. In fondo, molti di loro erano nati sotto l’imperatore Francesco Giuseppe!! Ora, quando andiamo in Alto Adige, i miei bimbi mi chiedono incuriositi se siamo in Italia o no, e poi mi chiedono “Ma che lingua parlano?!?!”
🙂 Da quando abbiamo iniziato l’esperienza dell’inglese con HD, sono diventati molto più sensibili e ricettivi sul tema delle lingue parlate, ed io molto più aperta ad accettare il bilinguismo (anche in Italia, sic! ;)) come un fattore di arricchimento!