Di solito la lezione di inglese si svolge con 4/5 bambini. Sto parlando di duenni nel pieno del periodo dell’affermazione dell’IO quindi potete facilmente immaginare l’atmosfera che si respira nella aula di gioco/studio: quando uno sta attento, gli altri corrono in tondo per la stanza (nano chiaramente è il capofila!), spengono e accendono la luce o cercando di appropriarsi dei giochini dell’insegnante.
Diciamo che la concentrazione, il silenzio e l’attenzione non sono proprio le caratteristiche di questa lezione, se uno riesce finalmente a stare attento un minuto è facile che gli altri arrivino a distrarlo, tanto che noi mamme ci siamo chieste a un certo punto: ma queste lezioni serviranno davvero, i bambini impareranno mai qualcosa in questo modo?
La risposta ce l’ha data nano che l’altro giorno ha fatto lezione da solo. A causa dell’influenza e del freddo gli altri bambini non sono venuti e così lui si ritrovato impegnato in una lezione one-to-one con Simona, la sua adorata insegnante.
Appurato che durante le normali lezioni sta attento cinque minuti su sessanta, che passa il tempo a correre su e giù, ad abbracciare (!!) gli altri bambini, a fingere di essere disinteressato, questa lezione singola è stata davvero stupefacente.
Non solo è stato molto attento e partecipativo, non solo è rimasto da solo con Simona senza rincorrermi per chiedermi di rimanere, ma ha anche dimostrato di aver appreso un sacco di cose nonostante non sia un alunno modello.
Simona era esterrefatta e molto emozionata. Il piccolo ha mostrato di conoscere tutti i vocaboli, ha risposto a tono e ha seguito con attenzione la lezione. Agli occhi di noi adulti può sembrare che i bambini non stiano imparando niente, invece quando meno te lo aspetti, tirano fuori tutto ciò che hanno assorbito.
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