Oggi post a tema poco natalizio ma ugualmente molto interessante. Pubblico un breve racconto-testimonianza di Rachele, un’amica, che ha scelto di mandare la bimba ad un asilo nido (e poi ad una scuola materna) inglese. Una scelta un po’ per caso, un po’ pensata. Ecco la sua storia e le sue riflessioni.
Credo che l’idea di mandare LL, la nostra piccola, ad un nido inglese mi sia venuta per caso, vedendo una struttura vicino a casa mentre ero in cerca di un nido vicino e accogliente nello stesso tempo.
Ho sempre pensato che la conoscenza dell’inglese o di un’altra lingua oltre all’italiano,
a livello madrelingua o quasi, fosse una marcia in più e un gran vantaggio nella vita, forse anche a causa del lavoro che faccio (selezione del personale), quindi la possibilità di iniziare la piccola alla conoscenza dell’inglese sin dalle sue prime parole mi è sembrata un’ottima chance.
I primi due anni sono stati di nido. LL ha cominciato a 11 mesi e da quest’anno frequenta la materna. Vi chiederete che “risultati” abbiamo ottenuto con l’inglese fino a questo momento. Beh, intanto è da quando è in grado di canticchiare che lo fa in inglese e poi, già dal primo anno, ogni tanto se ne usciva con alcune brevissime frasi come “sit down, please” o “cross your legs” mentre giocava. Ad oggi mi chiede sempre l’acqua a tavola in inglese “water, please”, continua a cantare e più raramente articola frasi più complesse.
So di compagne poco più grandi di lei che parlano molto in inglese anche a casa rivolgendosi ai genitori, per altro madrelingua italiani. All’asilo e alla materna, tranne i primissimi tempi, quando di fatto aveva una maestra italiana, le hanno sempre parlato in inglese e quindi necessariamente lo capisce. Aspettiamo di sentire quando lo parlerà di più anche a casa.
In ogni caso io sono molto contenta della nostra scelta e sono sicura che in futuro a scuola potrà affrontare lo studio di una seconda lingua straniera ed essere avvantaggiata avendo già delle ottime basi di inglese.
Foto: Flickr
[…] Straordinario davvero. Se si pensa che la maggior parte delle persone di fronte alla proposta di leggere un libricino a un bambino di un anno risponde “ma non sa leggere” e di fronte alla sola idea che un bambino così’ piccolo frequenti un corso di lingua inglese risponde “ma non parla nemmeno l’italiano”. […]