I miei bimbi stanno frequentando una settimana di Summer Course al LC Helen Doron, un’esperienza certamente molto diversa rispetto al “classico” corso che va da settembre a giugno. Tempi e modi diversi, in un periodo dell’anno particolare, dove ancora di più gioco ed apprendimento si mescolano in modo inesorabile (chi di noi non si ritrovava completamente diverso, all’inizio delle scuole, dopo 3 mesi di vacanza?)
Oggi sono arrivata a prendere i miei figli abbastanza presto (ho pagato pegno, ieri sono arrivata ultima e quindi la manfrina per tutto il pomeriggio è stata: “Ma mamma, perché arrivi sempre in ritardo?!?”) e ho potuto osservare l’allegra combriccola di bimbi che improvvisava giochi: in particolare, un meraviglioso trenino-tappeto magico, realizzato con uno scampolo di cotone di un bellissimo verde. Poi sono entrata in un’aula: brillantini ovunque, colle stick, fogli ritagliati sul pavimento: un’allegra confusione che lasciava intendere un pomeriggio di lavoro serrato (i Summer Courses sono organizzati con lezioni-gioco in inglese durante la mattina e laboratori di creatività nel pomeriggio, nda).
Mi sono trovata a riflettere sull’organizzazione dello spazio nei LC, un aspetto che non avevo mai valutato in tutta la sua potenzialità. Gli spazi del LC, infatti, sono molto colorati (pareti, tappeti) ma sono completamente VUOTI. E’ proprio questo vuoto che permette poi di giocare, e creare insieme ai bambini, con materiali anche molto semplici. Ho pensato alla differenza tra lo spazio vuoto di queste scuole e le camere dei nostri figli (o anche molte aule della scuola materna), che rigurgitano giocattoli di ogni genere e specie, e mi sono accorta di quanto sia importante avere uno spazio vuoto, e al limite utilizzare materiali di recupero, per permettere ai bambini di esprimere appieno la loro creatività.
Tutti (o quasi) sembravano davvero entusiasti della possibilità di avere uno spazio da usare, da maltrattare, da riempire con quello che volevano, senza troppe regole pre-costituite a parte quelle basilari del rispetto e della salvaguardia reciproca. Insomma, uno spazio di creatività.
Foto: Flickr
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